Egregio Dottor Giacomel,
è passato ormai un anno dal suo insediamento a capo della Commissione Nazionale Arbitri e non abbiamo compreso granchè dell’operato svolto in questo periodo.
Soprattutto perché, purtroppo e a malincuore, abbiamo dovuto assistere a:
- Un Arbitro del Panel di Top 10 radiato.
- Un membro dell’Ufficio Nazionale Designazioni, per la Serie B, forse, sollevato dal suo incarico.
- Un Coordinatore Regionale, nonché Assistente Designatore Regionale e Responsabile Selezioni Regionali, forse, sollevato dal suo incarico.
- Un membro del Centro Studi C.N.Ar., nonché Responsabile del reclutamento e formazione, Coach Match Official World Rugby e T.M.O., forse, sollevato dal suo incarico.
Poniamo il “forse” in maniera cavalleresca perché siamo in attesa della pubblicazione dei Panel, ma crediamo di non allontanarci più di tanto da quanto scritto.
Proprio queste tristi ed allo stesso tempo gravi vicende impongono, da parte sua, delle doverose, immediate e chiare risposte sulle domande che seguono:
- Perchè Lei o il C.N.Ar. non ha preso posizione sul cosiddetto Caso Spadoni, perlomeno per difendere l’immagine della Commissione stessa e della Federazione, in ottica di trasparenza? Il suo, il loro, il vostro silenzio in merito come va letto, come lo dobbiamo leggere onde evitare le già tante allusioni che circolano per i corridoi e le “strade” delle sezioni arbitrali di tutta Italia?
- Come faceva un’associazione esterna al C.N.Ar., che guarda caso annovera alcuni suoi ex costituendi ed ex iscritti ora in posizioni all’interno della Commissione/Centro Studi, a sapere prima di tutti che era in corso un’inchiesta da parte della Procura Federale? Gli atti fino alla loro pubblicazione ufficiale non sono degli atti privati e riservati (diversamente è stato dichiarato dall’attuale Presidente protempore attraverso un post sulla loro pagina ufficiale e analizzata successivamente da PianetaRugby: https://www.pianetarugby.it/2022/04/08/aria-dice-che-c’è-uninchiesta-federale-come-fa-a-saperlo/ )?
- Le rappresentanze di questa associazione esterna, ora all’interno della Commissione Nazionale Arbitri, che ruoli ricoprono e a che pro e in voce di chi e per conto di chi si trovano al suo interno?
- Cosa si sta facendo e cosa è stato fatto per agevolare la categoria?
- Perchè non si è provveduto ad adeguare la tabella rimborsi? È oggettivo e sotto gli occhi di tutti l’innalzamento del costo medio della vita, chi ha il coraggio di mandare un esordiente a più di 40 km da casa per 60€, quando il costo di un litro di benzina è arrivato, ora, a 2€?
- È vera la notizia, che ci è giunta, di una richiesta di aumento del compenso per Lei e per i suoi Consiglieri/Collaboratori? Perché questo aumento non è stato pensato per l’intero movimento?
- Cosa si sta facendo per evitare il drop-out da parte di allievi arbitri e non, che delusi dal movimento abbandonano l’arbitraggio?
Occorre avere una classe arbitrale, dall’arbitro regionale a quello internazionale, trasversale, un gruppo, un team con un sano antagonismo ma senza favoritismi.
Auspichiamo arbitri che crescano individualmente per applicazione di studio ed esperienza in campo, auspichiamo un movimento arbitrale che cresca come team in un continuo reciproco sostegno (concetto ai più sconosciuto).
Finiamola col fatto che se sono l’amico degli amici, “arbitro” anche se valgo “poco” o peggio se non ci si sottomette a medioevali diktat di regole non scritte improntate sull’egocentrismo di uno o di pochi non si risulta adatti ad arbitrare.
Da sempre e sempre sarà il libero pensiero a determinare l’uomo prima e l’arbitro poi, fare gruppo, significa ben altro.
Fino a quando non si prenderà la decisione di avere arbitri PROFESSIONISTI, non ci solleveremo da quel gap che ci vede sempre a rincorrere i colleghi anglofoni, ci ritroveremo sempre a parlare del metodo all’italiana dove le toppe sono peggio del buco da rattoppare, dove chi esercitata in malo modo l’uso della lingua campeggia a dispetto di chi usa il cervello.
Le chiediamo cortesemente di rispondere ai punti sopra menzionati perché la situazione sta diventando sempre più imbarazzante e scomoda. Trattasi, in ultima analisi, di educazione e cortesia. Se non vuole rispondere, allora è da credere che lei stessa appoggia tutto questo e allora in questo caso le chiediamo un doveroso passo indietro per poter permettere a chi di dovere di scegliere una figura tecnica che porti il cambiamento che tanto il movimento arbitrale auspica.
La sua gloriosa militanza arbitrale non merita un finale simile. Per il bene di tutti.
Cordialmente
Segreteria LIAR – Lega Italiana Arbitri di Rugby