CANTO I: …e venne il giorno delle urne
Carissimi soci, colleghi e simpatizzanti,
Come sempre affermato, la Lega Italiana Arbitri di Rugby auspica una scelta da parte degli arbitri lunga, bella, fresca e soprattutto che sappia di nuovo. La piccola parte sindacale riconosciuta alla base, si è sempre detto, rappresenta una porzione di discrezionalità limitata, ottriata e relegata in un angolo. Ma finalmente esiste.
Come già affermato ad agosto si poteva davvero ribaltare il tavolo accompagnando alla porta almeno tre lustri di sediole, veleni e brillanti risultati internazionali certificati dalla finale dei Mondiali dei Pompieri di Rugby. Non ancora istituita, ma che certamente avrebbero assegnato il titolo all’Italia, con tanto di flash-news sul sito FIR.
È arrivato allora il momento di prendere per mano il proprio futuro. Per non “continuare a farti scegliere ma finalmente sceglierai” (cit. F. De André, “Verranno a chiederti del nostro amore”).
Una scelta da accompagnare con ardore, fino ad arrivare alle urne con la bava alla bocca. Non Beccaris, si spera!!
Cogliamo sui vostri volti sconcerto, smarrimento e dubbio, tutto legittimo, ma la preoccupazione e gli occhi interrogativi non possono esserlo perché la prossima settimana, lo sapete bene, si svolgeranno le tanto attese votazioni degli organi Arbitrali FIR per la componente elettiva, suddivise per Macro-Aree.
Sebbene possa sembrare scontato, è bene esprimere il proprio voto, perchè solo in tale maniera si può anche mostrare la “forza” che accompagna tale nominativo. Una persona, da sola, senza oppositori che prende 200 voti su 210 persone votanti, è molto più rappresentativa rispetto a vincere con 50 o 100 voti, perché lavorerà nella consapevolezza di avere il pieno appoggio da parte della maggioranza rappresentativa della macro-area che andrà a rappresentare, base inclusa. Anche se ci saremmo aspettati una pluralità di rappresentanti, una pluralità di programmi e teste pensanti, non questo, non certo una decisione ed uno scontro senza avversari, senza possibilità da parte dei contendenti scesi in campo di scontrarsi e mostrare chi fosse più valido e capace di attirare a sé simpatie, appoggio e voti.
Dobbiamo essere concreti questo ci si sta chiedendo come movimento arbitrale, ma la concretezza si costruisce e non certo a discapito, come ci si sta chiedendo di fare, di vuoti di memoria dimenticando o mettendo sotto il tappeto le problematiche che affliggono il nostro settore, oggi, ancora nessuno, tra i candidati, si è esposto in tal senso.
Abbiamo ascoltato diversi interlocutori, nonché i vari candidati e protagonisti di questa prima elezione, abbiamo anche proposto nomi, nuovi, rappresentativi e soprattutto a nostro avviso capaci, ma gentilmente hanno prevalso altre, le sopra citate politiche, vecchie e a quanto pare sicure, ma non ci siamo fermati e ci siamo informati, abbiamo fatto ricerche, domandando ai territori, sondato situazioni, sentori e malesseri per capire cosa fosse necessario fare e come raggiungere le esigenze delle urla silenziose di molti di voi e nuovamente non possiamo che rendere la nostra disponibilità e collaborazione a chi e verso chi ha una visione e una mission simile e vicina alla nostra. Come Associazione legalmente riconosciuta, ci prendiamo sempre la responsabilità di quanto facciamo o diciamo senza lavate di mano né accordi sottobanco, in piena trasparenza, alla luce del sole, come sempre abbiamo fatto e dimostrato, arretrando mai, guardando sempre avanti a sostegno del movimento.
Per quanto fino ad ora scritto rendiamo pubbliche le nostre dichiarazioni di voto:
Distretto 1 – Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta): Francesco Russo
Distretto 2 – Nord-Est (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Marche): Alan Falzone [*]
Distretto 3 – Cento Sud (Lazio – Campania – Abruzzo – Molise – Puglia – Basilicata – Calabria – Sicilia – Sardegna): nessuna indicazione [#]
Sono doverose però delle precisazioni:
[*] Per il Distretto 2, alla luce delle ultime notizie che stanno circolando, vediamo ancora nella figura di Falzone un elemento migliore rispetto al suo avversario. Poco tempo fa avevamo sentito Alan e appoggiato il suo pensiero. Se si ha bisogno di un programma, quantomeno originale, suggeriamo di consultare il nostro, presente sul sito.
[#] Per il Distretto 3, senza nulla togliere a Giampiero Salvi, siamo giunti alla decisione che vedete perché ci è stato chiesto se in quota LIAR avessimo un nome per un possibile candidato, ma questo è stato gentilmente messo alla porta, perché per giochi politici, la decisione era già stata presa. Sta ad ognuno di noi decidere se votare o meno, sempre per quanto detto prima sulla “forza” del risultato.
In generale questa storia di decisioni già prese, di rotolarsi tra pacche sulle spalle e natiche poltronesche, ha permesso ad alcuni di sguazzare ridenti e a pancia piena sui sogni di giovani e meno giovani carpendo con novizia di parola e beffe la loro fiducia ed i pochi che hanno opposto resistenza a questo sporco andazzo sono stati messi in un angolo affibbiando loro incapacità che erano proprie di chi è stato incapace volutamente, a questo punto e oggi lo diciamo, di gestire un gruppo e costruire un ponte verso il “domani” creando così un buco generazionale difficilmente colmabile, dovremmo sempre rincorrere un pallone che viaggia da solo senza nessuno di noi che lo accompagni alla meta.
CANTO II: Ahi serva CNAr, di dolore ostello
Ultima, ma non per scelta, crediamo sia doveroso parlare dell’operato dei Coordinatori Regionali, i quali sebbene mossi da comuni pensieri, commettono -a nostro avviso -ancora peccato di superbia.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello” è il verso 76 del canto VI del Purgatorio di Dante Alighieri. Siamo nell’Antipurgatorio, la parte bassa della montagna del Purgatorio, dove i penitenti cominciano il loro percorso di espiazione, dato che devono attendere un certo periodo di tempo prima di poter salire verso le cornici del Purgatorio, dove purificare i propri peccati.
In disparte i due pellegrini si accorgono di un penitente che guarda verso di loro: si tratta di Sordello da Goito, uno dei maggiori poeti italiani di lingua provenzale del XIII secolo. Quando scopre che la città natale di Virgilio è Mantova, corre verso Virgilio e l’abbraccia.
Dante, colpito da questa scena, inizia un’invettiva contro la corruzione dell’Italia. Il sesto canto, in ognuna delle tre cantiche, è il cosiddetto “canto politico”, in cui Dante analizza e condanna il degrado politico, non solo italiano, ma universale.
Dante paragona l’Italia a un luogo di dolore, a una nave senza guida in mezzo a una tempesta:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”
(vv. 76-78).
Questa la parafrasi:
Ahimè Italia, resa schiava, albergo di dolore,
nave senza timoniere in mezzo a una grande tempesta,
non più donna rispettabile, ma prostituta!
A cosa è servito, si chiede Dante, che l’imperatore Giustiniano (imperatore dal 527 al 565) abbia creato il Corpus Iuris Civilis – raccolta di tutte le leggi esistenti fino a quel momento – se poi nell’Impero non c’è nessuno che le faccia rispettare?
L’accusa di Dante si rivolge alla Chiesa, che ostacola il potere imperiale con le sue continue ingerenze («Ahi gente che dovresti esser devota, /e lasciar seder Cesare in sella, /se bene intendi ciò che Dio ti nota», vv. 91-93), e all’imperatore Alberto d’Asburgo, che ha rinunciato al potere sulle regioni italiane, in lotta fra loro.
La drammatica situazione dell’Italia fa persino ipotizzare a Dante che Dio abbia distolto il suo sguardo dalla penisola e che tutto ciò, alla fine, rientri in un disegno divino incomprensibile alle capacità umane («E se licito m’è, o sommo Giove /che fosti in terra per noi crucifisso /son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? O è preparazion che ne l’abisso / del tuo consiglio fai per alcun bene / in tutto de l’accorger nostro scisso?», vv. 118-123).
Il Sommo Poeta conclude l’invettiva in modo sarcastico, appellandosi a Firenze e ai suoi cittadini, che sono spesso pronti ad assumere cariche pubbliche, senza alcun senso della giustizia ma solamente spinti dall’ambizione e dalla cupidigia.
Invitiamo tutti i curiosi a leggere il testo del canto, che di seguito riportiamo (link), per poterlo analizzare con lo spirito critico che accomuna noi arbitri, e forse molti di voi noteranno qualche analogia con la situazione nella quale il movimento si trova in questo momento, buona lettura.
La Segreteria LIAR