Quel che resta del movimento

Volevamo essere più buoni a Natale, ma tra un prosecco, un pandoro e una tombolata, tra un messaggio di auguri e l’altro, in questi giorni ci sono arrivate una quantità considerevole di veline, riguardanti le elezioni CNA, i suoi protagonisti e tutti i retroscena che serpeggiano nell’etere

Lasciamo a voi valutare. Come sempre cerchiamo di offrire una visione non edulcorata delle cose, anche perchè -ormai è un dato certo- lo zucchero fa male. Meglio sorseggiare un caffè amaro, ma deciso.

Rubiamo l’idea agli amici dei “delinquenti prestati al mondo della palla ovale” e proveremo a strapparvi un sorriso -o un conato-, dipende dalla persona con delle simpatiche pagelle:


“Prefisso 09”

Come diceva una oramai vecchia réclame con Massimo Lopez, “una telefonata allunga la vita”.

Nei dintorni del Mongibello una creatura mitologica alla “Santa Maradona”, sembra si sia appropriata di un elenco telefonico della zona, coperta da questo prefisso e di quelli adiacenti, e stia contattando tutti i nominativi presenti alla voce “arbitri”, chiedendo loro, con fare che genera in noi anche compassione, di ricordarsi di lui, di fare gruppo e promettendo d’ogni cosa: viaggi lussuosi, set di pentole, designazioni TOP (come se le facesse lui), un milione di posti di lavoro e chissà cosa gli passi per la mente in quel momento.

Oramai il caro compagno di merende, le merende le ha finite. Sono rimasti solo un mostacciolo e niente più. Sarebbe più onorabile fare un inchino e attendere che il sipario si chiuda, per evitare il lancio di ortaggi;

“Cu avi a chi fari cu li sperti, stassi cu l’occhi aperti”.

Voto: 2 -per il gettone telefonico-.


“Andare a Canossa”

in Campania, la situazione è quella…volano stracci (come in Veneto, ma lì ci arriviamo), ma qui si è arrivati proprio in basso: le denunce volano ad altezza d’uomo…con la scusa del politically correct poi! Il fatto è che però l’altro compagno di merende, (il secondo, non il telefonista), ha dovuto fare una rocambolesca marcia indietro -da qui il detto “andare a Canossa”-, perdendo credibilità e soprattutto il sostegno delle sezioni e regioni che dovrebbe rappresentare, ma che all’atto pratico nemmeno considera. Crediamo che l’unica cosa sensata sia la scelta di rinunciare alla candidatura.

Dall’altra parte della denuncia, gira il nome di Massimo Salierno, moderno Masaniello, che porta con sé il sostegno dei più e di coloro che non sopportano più l’ancien règime.

Infine, gira voce che da inizio anno a questa parte, in zona Salerno si sia verificato uno “strano” picco di tesseramenti, forse con il solo scopo di tentare di girare le sorti…su questo fatto, di una gravità inaudita, stiamo cercando di vederci meglio.

“ ‘A stracce e petacce ”

Voto in totale 9: 2 per il denunciante, 6 per il denunciato e 1 per la moltiplicazione di pani e tesserati.


“Vai avanti tu, che a me viene da ridere”

Tanatosi, dal greco antico: θάνατος, thánatos (“morte”)
“Riflesso caratteristico di alcuni animali che si fingono morti per eludere i predatori; consiste in una totale
immobilizzazione del tronco e delle appendici in virtù di una contrazione provocata da particolari stimoli”.

In terra Laziale, si giura e spergiura che non si vogliono portare nomi alla fase elettiva, pur essendo sulla carta la terza potenza a livello nazionale. Tutti sanno tutto, ma nessuno sa niente. Girano i peggio nomi: Bearzot, Zoff e Turone, e non sono da meno quelli di un venditore di fumo e galline Padovane, personaggio famoso solo per figure barbine negli spogliatoi e battute di melma e di un non meglio precisato Mercante in Fiera, che asserisce di aver ricevuto “la chiamata dall’alto”, tipo Estasi di Santa Teresa, al motto di “più magliette per tutti”.

Il fatto è che nessuno lo dice, ma tutti lo pensano, che costoro non hanno né peso politico e nemmeno l’onestà intellettuale di capire che sarebbero solo dei governi fantoccio, o solo dei fantocci e basta. Ma a chi potrebbe dire qualcosa in merito, questo va bene perché visto che “in una gerarchia ogni individuo tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”, loro potrebbero ambire in alto…molto in alto anzi… altissimo!

In questa “Fiera della mediocrità”, il nome meno peggio è quello di Domenico Sironi, appartenente anche lui alla vecchia guardia, ma che sotto sotto forse s’è rotto le scatole di tutto sto ciarpame che gira…è il meno peggio anche perché oltre ad essere l’unico che in maniera del tutto trasparente ha dichiarato la volontà di candidarsi, rispetto all’altro nome che gira, legato a doppio filo a quella schifezza chiamata “regolamento arbitrale” è di gran lunga più rappresentativo.

Infatti non dobbiamo dimenticare chi ha preso parte alla stesura di quella nefandezza, tirato su in tempi record con la complicità di individui che dovevano essere i rappresentanti di tutti (ma mai scelti da nessuno), i quali, senza sollevare critica alcuna accettavano la qualunque con la speranza di avere prima o poi una chiamata dall’alto, ma tranquilli – il posto a sedere era già stato prelazionato – , peccato che non tutti fossero stati informati. Ora li troveremo vagare per campi e sezioni con il broncio del bambino che non ha ottenuto quello che voleva.

Dall’altra parte dell’Appennino, il Duca d’Abbruzzi vorrebbe riprovarci, forte della sua attuale posizione, ma non si sa bene cosa pensa di ottenere, visto che non si sa ancora cosa abbia concluso in 2 anni e mezzo, se non l’intenzione di disperdere ulteriori voti che invece potrebbero essere direzionati in maniera più cosciente, ma di ciò, dubitiamo fortemente.

“Peppe pe’ Peppe, me tengo Peppe meu”

Voto: Oscar alla carriera come migliori attori NON protagonisti…ma per scelta!


“Non si muove foglia…”

Nel triangolo industriale Torino-Milano-Genova guai a parlare, pensare o fare qualsiasi altra cosa. Non mandate messaggi di auguri, che tanto non v’è risposta, perché il “reuccio” (non Claudio Villa), colui che tutto decide e tutto fa, se lo venisse a sapere, il campo ve lo fa vedere col lanternino, non basta la nebbia.

Colui-che-non-deve-essere-nominato ha tutto sotto controllo, d’altronde ha elargito a famiglie intere una posizione stabile, ha fatto modificare referti in favore di Delfini, Valvassori e Valvassini, forte però di una forza che adesso non c’è più, essendo cambiato il Presidente Federale.

"I amìsi hìn teme i fasö: a ta párlan dadré."

Voto: N.D. -c’è nebbia-


“Il Negazionismo”

Nel Nord-Est gli stracci volano come in terra d’Angiò, ma sono stracci bagnati… Dapprima il commissariamento del Comitato Regionale Veneto, poi i mal di pancia che serpeggiano tra le sezioni, ma guai a parlarne!

I nomi girano, tra i quali quelli di fedelissimi del Presidente, ma tutto ciò ci pare scontato, anche perché si rischierebbe di andare allo sbando se non si mette qualcuno di fidato.

Tra i tanti, il nominativo che ci è giunto è uno di quelli molto equilibrati. Mai “protagonista”, come spesso avviene nel Nord-Ovest, e molto motivato, con passione. Qualità difficili da trovare in un solo individuo.

In Emilia tutto tace… d’altronde di partite ce ne sono, i colleghi fanno 2-3 interventi a weekend e la gettonella è assicurata.

Dulcis in fundo, il lampo di genio: torniamo in Veneto, dove solo ora si sono accorti che il Regolamento Arbitrale è da cambiare. Ma come…alla stesura e alla sua pubblicazione, tutti gridavano al miracolo, con tanto di Inni al Signore (oddio, in Veneto forse no..) e caroselli con clacson a squarciagola. Ora invece tutti ne disconoscono la paternità.

Allora ci chiediamo: chi ha suggerito il nome “perfetto” al presidente uscente? Chi ha fatto in maniera tale che si arrivasse al regolamento arbitrale? Chi è stato fatto andare via con la coda tra le gambe? Chi, nonostante quanto sopra è ancora presente nei panel sotto altra mansione?

E nonostante tutto questo si ha ancora in coraggio di indignarsi delle condizioni attuali, della necessità di revisioni, delle “pratiche scorrette”, degli slinguazzi e degli intrallazzi che ci sono adesso, ma che c’erano anche prima e prima ancora?

Si invoca il ritorno al passato, ma cosa facciamo guardiamo indietro anziché guardare avanti? Perché sputare per aria, sapendo che poi ci ricasca in testa?

“Chi pissa contra 'l vento, se bagna la camisa.”

Voto: 3, col 3 periodico.


E chiunque o quantunque non sia stato annoverato da cotal favella, non si sentisse salvo, ma invero! Altre notizie ci arrivano anche durante la stesura di questo pezzo, ma a riportarle tutte ci vorrebbe troppo tempo. Le conserviamo ovviamente per tempi migliori.

Nella scorsa stagione ed in quella attuale (nessuno lo dice e nessuno lo sa), alcuni colleghi stanchi del sistema si sono messi in sciopero bianco, regolarmente tesserati hanno rinunciato a svolgere attività e a scendere in campo. Costoro, sono per noi dei fari di speranza, ci dicono che c’è ancora chi non si vuole piegare ad un sistema che più volte, in passato come oggi, ha dimostrato tutti i suoi limiti e difetti.

Leggendo riflessioni, parafrasi più o meno articolare e arzigogolate nel web, in un certo qual modo non possiamo dare del tutto torto a chi ha definito “intoccabili” alcuni colleghi.

È infatti questa la situazione che ci troviamo davanti: l’alto livello e la STNA sono un mondo a sé. Guai a parlarne o a sollevare critiche, sebbene costruttive.

Il management e i tecnici preferiscono di gran lunga il confronto “one-to-one“, o quantomeno il due contro uno, così facendo si possono trovare in una posizione di vantaggio ed “attaccare”, dimostrando così l’incapacità di affrontare una discussione di gruppo (di team, parola grandemente usata e di cui non si conoscono evidentemente le implicazioni e le dinamiche sociali e sportive), preferiscono farla “privatamente”, il perché è di facile intuizione: manipolazione.

Dopotutto è meglio fare un’attività di governance proiettata al raggiungimento del proprio unico fine, non ammettendo di aver sbagliato qualcosa, perché “qui nessuno ha mai sbagliato niente“.

Si sente spesso dire che “il livello arbitrale è lo specchio della qualità dei campionati“. Suona tanto come una scusa, una giustificazione a qualcosa che non si sa come programmare. I Piardi e gli Gnecchi ci devono essere, ma non bisogna vantarsi di loro e basta. Occorre rimanere umili, rimboccarsi le maniche e lavorare per far sì che quando loro avranno finito il loro ciclo, ci siano pronti dei validi sostituti che nel frattempo sono cresciuti nei nostri campionati. La stessa cosa vale per il ricambio generazionale dei tecnici e governanti.

Chiudiamo con una riflessione finale: finché la musica suonerà, saranno tutti compatti, felici e gioiosi, non volendo considerare tutto il resto che li circonda. Il problema nasce quando la musica si ferma, come in questo specifico momento.

Cordialmente,

il Direttivo.

2 pensieri su “Quel che resta del movimento

  1. Mah… Mai un nome, mille giri di parole che non fanno capire niente, se non a voi che già conoscete tutta la situazione…. O almeno così date l’impressione che sia…
    Non capisco l’utilità di articoli del genere…

    1. Buonasera Enrico… Qualche nome lo abbiamo fatto, nel bene e nel male, e altri li abbiamo omessi….nel bene e nel male….
      Qualcuno lo omettiamo volontariamente per evitare qualche pancino brontolone, perché dovresti saperlo anche a Rovigo…non è tutto bello quello che gira nel nostro movimento.
      Vi sono stati anche colleghi che in privato hanno provato ad indovinare i nomi “nascosti”, con una buona percentuale di risposte esatte….tranne che per il Veneto! L’ utilità di articoli del genere è cercare di svegliare tutti dal torpore che ci impongono alcuni coordinatori con le loro notizie compartimentate, date col contagocce e instillare nei nostri lettori la curiosità di sapere cosa succede e ci circonda…ti suggeriamo di provarci, potrebbe essere anche divertente!
      Un abbraccio ovale.

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