Quando parlate di libertà fate attenzione, perché parlate di una cosa seria.
Guardate attentamente questa immagine e riflettete. Una persona ha preso la sua parte di torta.
Apparentemente, ha esercitato la sua libertà di scelta. Sostanzialmente, però, ha leso la libertà di scelta di quattro persone di poter scegliere ed avere un pezzo di torta intero.
Molti, i più, dimenticano che “la libertà di ciascuno finisce dove comincia la libertà dell’altro”. Questa frase, di Martin Luther King, rappresenta un invito molto attuale, oggi, a riflettere sul senso di responsabilità che accompagna le nostre scelte; un invito, per chi vive in una società civile, a ricordarsi di applicare il buon senso, a discapito di interessi personali e individuali.
Chi non lo fa esercita la libertà dell’egoismo. La fine della civiltà.
Sostanzialmente è quello che sta succedendo in tutte e tre le zone italiche di suddivisione elettorale.
C’è chi non ascolta le voci che gli sono vicine perché sostanzialmente vuole un totale plebiscito, ma alla fine trattasi di un voto “Bulgaro”, visto che non ci sono contraddittori e contraddicenti (tutti nei gulag?). Molti si domandano che senso abbia tutto questo, ma ne comprendono il sinistro significato.
C’è chi spera, chi cavalca l’onda del consenso, e chi sta a guardare chi tra i contendenti presenti resta in piedi. Le lotte interne sono sempre deleterie e fanno male a tutte le parti in gioco. Non è vero che tra Abele e Caino non è mai corso buon sangue. La loro è la storia di un dialogo mancato perché nascono in questo nuovo contesto, dove il rapporto di “squadra” non è più fondato sulla reciprocità, secondo un disegno superiore, ma sulla volontà di potere, che richiede la sottomissione dell’altro.
C’è chi aspetta buono buono seduto sulla poltrona, visto che poi le natiche gli si freddano…tanto la poltrona rimane sempre la stessa (vi pensiamo sempre e vi “lovviamo”, tranquilli!);
Infine c’è chi rischia di fare la frittata, e anche grossa! L’area 3 somiglia (o forse si ispira) alla mitica Salerno-Reggio Calabria, oggi dignitosa, ma che ha impiegato 30 anni per autoasfaltarsi, figlia degli interessi politici prima degli uni, poi degli altri.
Eterna promessa mai mantenuta, perché forse davvero poco abitata da spiriti liberi. Mezza Italia ed un terzo dei fischietti saranno rappresentati senza alcuna forza. È accaduto ed accadrà anche alle elezioni successive, se non si farà qualcosa.
Quello che i vari contendenti devono capire è che non hanno i numeri. Non tutti hanno gli appoggi che pensano di avere, perché come il telefono viene attaccato, il numero/voto è bello che perso!
Evitiamo come già fatto qualche anno fa il “liberi tutti”, perché significa non essere capaci di prendere una posizione netta e decisa ed incidere con coscienza. Sono tutti disponibili e collaborativi a giochi fatti, ma nessuno che adottare una decisione netta e definitiva, nessuno che sembra essere in grado di prendere una decisione decisa e drastica, tutti tergiversano, attendono, aspettano. Tutti tranne noi.
Tutti i nom…ehm…quasi tutti i nomi sono validi, ma per alcuni di questi il momento è passato, per altri il momento è quello giusto, infine per gli ultimi non reputiamo sia giunto ancora il loro momento, seppur validissimi.
Ricordate che “i nobili fanno le rivoluzioni come la caccia alla volpe: perché si annoiano, mica perché gli serve”
In questo contesto che si sta per prospettare occorre gente con spalle forti e pelo, tanto pelo nello stomaco, perché è quello che ci vuole.
Un nome era stato fatto, ma è stato messo alla porta in maniera non tanto cortese, preferendo un piano suicida -non scontato- ad una vittoria quest’ultima più a portata. Le voci di corridoio girano e i numeri finiscono…il secchio ha un buco che si sta pian piano allargando.
Pertanto, in base a quanto fino ad ora scritto, rendiamo pubbliche le nostre dichiarazioni di voto:
Distretto 1 (Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta):
nessuna indicazione, anzi come disse una volta un noto statista, “andate al mare” – o in montagna, vedete voi!
Distretto 2 (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Marche):
Simone Boaretto
Distretto 3 (Lazio – Campania – Abruzzo – Molise – Puglia – Basilicata – Calabria – Sicilia – Sardegna):
Massimo Salierno
Per il distretto 3 occorre ribadire che le motivazioni per le quali non ci siamo espressi in favore di Giampiero Salvi sono tutte riconducibili a quanto accaduto dalle ultime elezioni ad oggi.
Abbiamo sentito anche lui e le sue ragioni, tutte valide, ma che contorniate dalla mancanza di comunicazione, di rappresentatività dell’area 3 e di “adeguamento ai comportamenti scorretti altrui” [cit. un nostro tesserato], lo hanno reso una persona difficilmente “vendibile” agli occhi e alle orecchie dei nostri interlocutori.
Speriamo in una rappresentanza che venga dal basso e che non si pieghi a volontà altrui, ma che rappresenti sempre e senza timore, il proprio territorio e porti avanti gli interessi di tutto il movimento. Attualmente vediamo in Massimo la figura di elemento di rottura affidabile, esperto e motivato.
Ora attendiamo di scoprire cosa accadrà con i nomi in quota federale. Sicuramente ci sarà da pensare,
Spegnete i telefoni, fino ad ora maltrattati, e fate riposare -finalmente- le menti.
” Buonanotte popolo !!!”
(cit. Leonida Montanari sul patibolo, scena finale de “Nell’Anno del Signore”)
Al di la dei singoli nomi candidatisi nei tre distretti, è molto triste e preoccupante vedere che nel distretto 1 esista un solo candidato. Mi sembra quasi impossibile che in un territorio con così tanti tesserati arbitri non ci siano altri candidati. Che ci siano delle remore da parte degli altri colleghi? Sono stati spintaneamente “consigliati” di non candidarsi per non fare ombra?
Sarà sicuramente una coincidenza che tale candidato rivesta un doppio importante ruolo a livello nazionale e regionale, in palese conflitto di interesse. Lo stesso conflitto di interesse che contestavano prima delle scorse elezioni.
Possono definirsi democratiche, o rappresentative della base, delle elezioni dove c’è un solo candidato?
La Federazione non obietta nulla?
Buonasera, di questo ne avevamo già parlato in questo articolo.
https://www.legaitalianarbitrirugby.it/2024/12/31/quel-che-resta-del-movimento/
La federazione può fare poco. Quello che possiamo fare noi è convincere le persone che possono prendere il posto del “reuccio”, che è un obiettivo raggiungibile. Il management del momento deve agire, come compito primario, nel cercare e formare il management del futuro.