I conti tornano

Tranquilli non siamo spariti, ma abbiamo appena spento le calcolatrici…

E venne il giorno.

A nostro avviso, una delle più brutte pagine della storia del nostro movimento è giunto finalmente al termine. Vincitori e vinti si scambiano sportivamente messaggi di complimenti e già si pensa al passo successivo.

Le votazioni, frutto della tanta faticata democrazia(?), lasciano dei numeri che una volta analizzati fanno riflettere:

Come associazione, i nostri numeri in tutte e tre le zone sono pressoché stabili e confermati. Potrebbe sembrare che L.I.A.R. abbia perso su ogni fronte. Tutt’altro. Dobbiamo mettere l’accento invece sul percorso che ormai è ineluttabile e i risultati lo dimostrano anche confrontandoli con le precedenti elezioni.

Ringraziamo comunque Simone Boaretto e Massimo Salierno in primis, e anche gli altri candidati poi per averci messo la faccia, nella speranza di vedere cambiato qualcosa.


Complessivamente nel Distretto 1, gli aventi diritto al voto erano 222, ma a esprimersi sono stati solo 147 votanti, pari a circa il 66% del totale. Un dato che evidenzia come più di un terzo degli aventi diritto abbia scelto di non partecipare, una decisione che potrebbe riflettere disinteresse, dissenso o, semplicemente, un distacco dalle dinamiche che hanno caratterizzato questa elezione.

Entrando nel dettaglio del voto:

  • 137 voti sono andati all’unico candidato in lizza, una percentuale schiacciante del 93% tra i votanti, ma che, se rapportata al totale degli aventi diritto, si ferma al 61,7%.
  • 10 schede bianche rappresentano il 6,8% dei votanti, una piccola ma significativa manifestazione di chi ha scelto di votare per dire…nulla?

La presenza di un unico candidato rende il risultato praticamente scontato.

Tuttavia, le 10 schede bianche sono un segnale interessante: una frazione, seppur minima, di chi ha votato ha forse voluto esprimere simbolicamente la propria insoddisfazione o mancata adesione al candidato proposto, pur partecipando al voto? E così, con un’affluenza del 66%, un candidato unico e il 6,8% di bianche, possiamo ufficialmente dire che la democrazia ha fatto il suo corso… più o meno. D’altronde, come si suol dire: “l’importante non è vincere, ma partecipare”… anche se sembra che molti abbiano deciso di non farlo!


Nel Distretto 2 La votazione ha visto 233 aventi diritto, con 198 votanti per un’affluenza pari all’85%. Un dato incoraggiante che dimostra una buona partecipazione, ma il risultato finale evidenzia probabili dinamiche territoriali e politiche complesse, che hanno impedito un ipotetico reale cambiamento.

Analizzando il voto:

Il candidato uscente ha ottenuto 100 voti (il 50,5%). Con la maggioranza assoluta dei voti, il candidato uscente è stato riconfermato. Tuttavia, la sua vittoria non sembra riflettere un sostegno uniforme, riuscendo a compensare il mancato consenso nella regione più grande a livello di numeri. Questo risultato sottolinea una probabile vittoria costruita su dinamiche strategiche piuttosto che su una rappresentatività diffusa.

Il secondo candidato ha raccolto 76 voti (il 38,4%), Il secondo candidato ha ottenuto un risultato significativo, raccogliendo quasi il 40% dei voti, in gran parte dalla regione più popolosa del distretto. A questo supporto si aggiungono anche i “nostri” voti, che testimoniano una forte volontà di cambiamento. Tuttavia, nonostante l’ampio consenso locale, il risultato è stato insufficiente per superare il vincitore.

Il terzo candidato, ottenendo 20 voti , probabilmente provenienti dallo stesso bacino del secondo, ha ottenuto il 10,1% dei voti. Questi consensi, seppur legittimi, hanno frammentato il fronte del cambiamento, sottraendo al secondo candidato voti cruciali per una sfida -forse- più competitiva.

Schede bianche: 2 (1,0%)

Due elettori hanno scelto di non esprimere alcuna preferenza, un segnale di disillusione o di mancata adesione ai candidati.

Un’occasione persa per il cambiamento?

Nonostante il desiderio di rinnovamento manifestato da quasi la metà dei votanti, il risultato finale racconta una storia di divisioni interne e strategie che hanno favorito la continuità. La regione più popolosa, che rappresentava la speranza per un nuovo corso, è stata penalizzata dalla frammentazione del voto.

In numeri assoluti: il 48,5% dei votanti ha scelto alternative al candidato uscente, dimostrando che una parte consistente dell’elettorato desiderava un cambiamento. Tuttavia, questo non è bastato.

Un’amara lezione da ricordare: la forza del cambiamento risiede nell’unità, e frammentarsi significa perdere opportunità preziose.

EDIT DELLE ORE 16:00

Proponiamo una ulteriore lettura di pura natura statistica pervenutaci poc’anzi:

Ci vina fatto notare che nel distretto 2 ” l’opposizione”, se così si può definire, è cresciuta del 46% sul numero totale dei votanti, mentre le preferenze del candidato riconfermato cala del 13%


Nel più disastrato e frammentato dei tre distretti, nel Distretto 3 gli aventi diritto al voto erano 226, con una partecipazione molto alta: 212 votanti, pari al 93,8%. Un dato che dimostra interesse e coinvolgimento da parte dell’elettorato, ma il risultato finale riflette ancora una volta dinamiche che premiano la continuità e la frammentazione, penalizzando ogni spinta verso l’unità e il cambiamento.

Il candidato uscente con 102 voti (48,1%), si riconferma con quasi la metà dei voti espressi, una maggioranza semplice ma sufficiente per garantirsi il mandato. Tuttavia, il fatto di non raggiungere il 50% nel suo distretto solleva dubbi sulla sua effettiva credibilità e rappresentatività all’interno del CNA, dove il sostegno da parte del proprio territorio dovrebbe essere un punto di forza imprescindibile. Questo risultato dimostra la forza consolidata di una leadership capace di mantenere un solido blocco elettorale, nonostante il desiderio di cambiamento espresso da una parte consistente dell’elettorato. A lui va un augurio di buon lavoro e la speranza di non ripetere gli errori del passato.

Il secondo candidato ha sorpreso molti con 64 voti un risultato significativo, raccogliendo il 30,2% dei consensi. Evidentemente, “una telefonata allunga davvero la vita” e forse anche il numero di preferenze. Il suo exploit, pur non sufficiente per la vittoria, ha sottratto voti importanti alla possibilità di un’alternativa più compatta.

Il terzo candidato, sostenuto dalla nostra associazione, ha raccolto quasi il 20% dei voti –42 voti/19,8%-. Nonostante le nostre conferme di supporto, il risultato è stato inferiore alle aspettative. Tuttavia, questi dati rappresentano un punto di partenza importante per fare delle considerazioni su quanto avvenuto: è necessario riflettere sulle dinamiche di voto, sulle strategie messe in atto e sui segnali che questo risultato ci fornisce per il futuro.

Sebbene si fosse ritirato con largo anticipo, il quarto candidato, appartenente alla stessa regione del terzo, era ancora presente sulla piattaforma di voto -cosa che onestamente ci lascia perplessi– e ha comunque raccolto 3 voti (1,4%). Un’ulteriore frammentazione che ha sottratto preziosi consensi agli altri candidati.

Infine chiude l’analisi, una scheda bianca (0,5%) segno di disillusione o di mancata adesione ai candidati proposti.

Altra mancata opportunità di cambiamento

Con il 51,9% dei votanti che hanno espresso preferenze diverse dal candidato uscente, emerge chiaramente che il desiderio di un nuovo corso era presente, ma ancora una volta, divisioni interne e strategie frammentarie hanno impedito che questo desiderio si concretizzasse.


Alla fine, è sembrato di rivivere il copione del Gattopardo: “cambiare tutto per non cambiare nulla. Un risultato che, tra strategie telefoniche e alleanze di comodo di Cencelliana memoria, resta un amaro senso di occasione sprecata. Speriamo che il futuro porti finalmente il rinnovamento che il nostro settore merita.

Un pensiero su “I conti tornano

  1. Complimenti, bella analisi.
    Alla fine c’è stato un esercizio di democrazia, forse imperfetta, ma almeno ci sono stati diversi candidati.
    Tranne il triste e preoccupante caso bulgaro del distretto 1.
    Credo che la FIR debba fare una seria review di quel distretto, anche se ci sono influenti consiglieri federali in ballo.
    Spero davvero che con il nuovo corso venga finalmente sancito il divieto di cumulare le cariche di Responsabile Regionale e Consigliere CNA. Chi è al vertice di un gruppo, nazionale o regionale che sia, deve fare solo quello. Non deve neanche avere incarichi tecnici o di campo.

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